Leadership: i 3 principi dei Seal della Marina Americana

1 Aprile 2018
Leadership nel calcio

Leadership dei Seal della Marina degli Stati Uniti

Oggi vi rubo pochi minuti per questo intervento sulla leadership che nasce quasi casualmente.

Ti avviso…non ci saranno esercitazioni! Però credo fortemente possa essere utile investire qualche minuto nella lettura 👨‍🏫 A te la scelta!

Gestendo un’azienda ormai da oltre 10 anni mi capita di leggere libri, abstract su temi generali di web marketing, economia oppure (come in questi caso), sulla leadership.

Il libro in questione è EXTREME OWNERSHIP (responsabilità Estrema) – How U.S. Navy Seals Lead and Win.

Come descritto nel titolo, il testo tratta argomenti inerenti la metodologia con la quale i Seal della Marina degli Stati Uniti Conducono (Lead) e Vincono (Win).

Ora Voi direte! Ma Mister Bellamio (Andrea per gli amici) si è impazzito? Ma cosa ci vorrà raccontare?

In effetti, rimarco, le premesse di lettura erano dettate da “approfondimenti lavorativi”.

Ma credetemi, riga dopo riga declinavo e trasportavo il tutto in ambito calcistico.

In effetti il libro è sulla leadership, scritto per gruppi piccoli o grandi. Ci sono tanti racconti pratici diretti dal “campo di battaglia” (che a me fa sempre pensare alle nostre partite) .

A questo punto lo so che vi state iniziando ad immedesimare anche voi 🙂

In linea generale lo trovo molto consono in tutte le situazioni dove ci si trova a lavorare insieme, uniti per raggiungere un obiettivo.

Credo siano buoni spunti, che una volta valutati e applicati, possono aiutare qualsiasi gruppo (“squadra”) al successo (nelle sue varie forme…questo è importante sottolinearlo)!

Partiamo con gli spunti tracciati suddivisi in tre macro blocchi.

Parte1. Vincere la guerra all’interno

Questa parte narra degli aspetti fondamentali necessari a costruire la leadership, la mentalità necessaria per comandare e per vincere.

Responsabilità Estrema

I leader (noi allenatori), si assumono la piena responsabilità di ogni successo e di ogni fallimento.

Non incolpano nessuno, non trovano scuse (ricordo con piacere la frase che personalmente dal primo giorni dico ai miei ragazzi…NESSUN ALIBI!!!)

Non ci sono cattive squadre, solo cattivi leader

I leader non si accontentano mai, cercano sempre di più. Quindi non accettano prestazione al di sotto degli obiettivi prefissati, sostenendo gli altri del gruppo a mantenere alto lo standard e coinvolgendoli sempre nel progetto.

Il leader ricerca le debolezze per rafforzarle, aumentare le capacità, alzare l’asticella.

Un buon capo cerca sempre di portare la missione a compimento, fino alla fine.

Credere

Il vero leader è spinto dalla motivazione del fare perchè crede fortemente in quello che fa, nella missione.

Se le certezze del leader scemano, inevitabilmente caleranno anche quelle del gruppo, che inizierà a dubitare perdendo motivazione.

Questa fase è corredata da continue domande, alle quali bisogna sapere consolidare puntuali risposte, unite a sane ragioni.

Controlla l’ego

Il vero leader è capace di ascoltare e di patrimonializzare anche le critiche costruttive, un buon consiglio. Controllare l’ego significa essere più lucidi e obiettivi nella valutazione della performance, propria e della squadra.

Bisogna essere consapevoli delle proprie capacità, ma non sfociare nell’arroganza, non pensare di essere troppo bravi per sbagliare.

Parte2. Le leggi del combattimento

Questo è il principio che descrive i concetti fondamentali che permettono ad una squadra di operare ai massimi livelli

Coprirsi le spalle a vicenda e operare

Tutti i componenti della squadra devono imparare a coprirsi le spalle e agire. Copertura e azione: è l’unica tattica che descrive il lavoro di squadra.

Tutti lavorano insieme, tutti hanno un ruolo importante nella missione. Agire di squadra, supportandosi a vicenda fa la differenza.

Pensare in maniera egoistica e personale porta al disastro.

In un gruppo ci possono essere divergenze…come in qualsiasi spogliatoio. La divergenza porta alla divisione, alla mancanza di unità d’intenti.

Sta al leader “leggere” il momento, mantenere l’orientamento sulla missione e convogliare di nuovo tutto il gruppo nella giusta direzione.

Per agire bisogna sapere cosa fare. Il leader sa semplificare le cose, comunicare gli obiettivi.

Non si preoccupa su come dice le cose. Si interroga se il gruppo ha capito o meno.

Se il tuo team non ha capito, significa che ti sei spiegato male…hai fallito!

Stabilisci le priorità e esegui

Un leader riesce a schedulare il “cosa fare”, come un buon manager.

Sul campo di battaglia nascono tanti problemi contemporaneamente. Bisogna riuscire a determinarli, spesso controllando le emozioni perchè sotto pressione.

Di seguito bisogna capire quelli con il più alto impatto e risolverli. Uno alla volta.

Non si può pensare di risolvere TUTTO e SUBITO. Il vero leader inoltre, anticipa la lettura di un problema e lavora affinchè non nasca.

Nel caso in cui si presentasse davvero, è già pronto con un piano d’azione.

Parte3. Mantenere la vittoria

Definisce il terreno sul quale cammina un leader per permettere alla squadra di continuare ad operare ai massimi livelli

Il Piano

Il leader ha chiaro il piano. Da dove si parte e dove si deve arrivare.

In questo intervallo vanno consolidati molti aspetti determinanti per la buona riuscita della missione.

Stringere e allentare la catena del comando.

Il leader riesce a capire quando la macchina sta girando sopra il limite previsto dal motore e sa come riportarlo nel giusto range.

Parallelamente riesce a gestire anche il caso opposto.

Risolutezza nell’incertezza

Ogni leader deve sentirsi a proprio agio nel caos e agire con decisione in mezzo a questa incertezza.

Non esistono le regole d’oro. Ma ogni decisione deve essere presa come se fosse la migliore, consapevoli che non esiste la decisione giusta al 100%.

Disciplina uguale libertà. La dicotomia della leadership

La disciplina crea libertà e prontezza.

Il leader è quello che riesce a trovare il giusto equilibrio tra le due forze opposte: disciplina e libertà.

Ora posso dire di aver terminato la mia odierna e personale “missione”. Rileggo l’articolo e mi accorgo che in realtà i punti riassunti non sono così pochi!

Ma siamo sicuri che l’allenatore quotidianamente non si trovi ad affrontarli? Che non viva una per una situazioni analoghe dove è chiamato in causa a decidere in tempi, spesso, molto rapidi?

Chiudo questo intervento, spero utile, con una citazione che nella sua semplicità mi ha dato ulteriore spunto di riflessione.

Un buon leader non ha nulla da dimostrare ma tutto da dimostrare.

E tu mister, che tipo di Leader sei?

Raccontacelo come sempre di sotto ⬇

 

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