Salve cari lettori e ben ritrovati.
Guardando tanto calcio in questo mio periodo di aggiornamento, ho cercato di pormi una domanda: “Come lavorano le grandi squadre in transizione negativa?”
Ciò che mi affascina di certe squadre non è la fase di possesso o l’occupazione degli spazi ecc.
A me affascina come allenano “il pensiero negativo” cioè la fase transitiva e come di conseguenza reagiscono. Questa fase, come dice Klopp, è difficile soprattutto insegnarla alle nuove generazioni quelle del tutto e subito, quelle che non conoscono quanto sia affascinante arrivare al raggiungimento dei propri obiettivi proprio grazie al sacrificio, alla corsa in più, alla reazione di una palla persa.
Nel nostro ideale moderno di calcio abbiamo l’abitudine a pensare che portando tanti uomini in zona palla conseguenzialmente alla perdita del possesso abbiamo a volte la superiorità in zona e quindi facilità nella riconquista.
Ma quanto sono importanti le reazioni a palla persa? Quanto la marcatura preventiva sia importante nel calcio moderno?
Cos’è la marcatura preventiva?
Per marcatura preventiva s’intende l’atteggiamento difensivo assunto dai giocatori che sono sotto la linea della palla, o più in generale, non direttamente coinvolti nello sviluppo offensivo dell’azione durante un attacco della loro squadra.
Vediamo nel pratico come possiamo allenarle. Di seguito propongo due esercitazioni.
Sviluppo prima esercitazione:
Prepariamo il campo come in figura, possiamo posizionare le aste (coni, distanziatori ecc.) schierando un qualsiasi modulo contrapposto (in figura un 433). Per ogni asta ci sarà un giocatore fermo con un pallone tra i piedi.
La squadra blu attacca la porta con codifiche prestabilite, facendo scivolare chi non attacca sui riferimenti avversari.
I rossi non si muoveranno dalle loro posizioni.
Finita l’azione il mister chiama un giocatore della squadra rossa che parte in conduzione per attaccare la porta opposta con l’accompagnamento di tutta la sua squadra.
La squadra blu di conseguenza deve lavorare in transizione negativa a fine azione, ed in preventiva quando sviluppa l’azione offensiva.
Sviluppo seconda esercitazione:
Un’altra opzione di allenamento può essere rappresentata da una partita 11vs11, dove l’unica regola sarà quella che il mister con i suoi collaboratori sono dentro al campo ognuno con un pallone in mano.
Durante un qualsiasi sviluppo di gioco, il mister donerà la palla alla squadra in non possesso così da trasformare l’azione simulando una transizione negativa.
Quindi la squadra che attacca dovrà curare con attenzione oltre che la fase offensiva anche le preventive scivolando sui riferimenti avversari.
Questo lavoro sarà “guidato” in campo di primo impatto dall’allenatore che deve essere bravo a coinvolgere la squadra con esercitazioni adeguate, e allo stesso tempo responsabilizzare i difensori ed i centrali difensivi (scelgo loro perchè hanno una visione periferica più ampia) a chiamare i compagni per accorciare sui riferimenti e curare le preventive.
Conclusione:
Nel salutarvi e ringraziarvi per il continuo supporto vi anticipo che il prossimo articolo a cui sto lavorando parlerà proprio del lavoro sulle transizioni e dell’importanza dei lavori in 1vs1 fino al 5vs5.
Come di consuetudine vi condivido la diretta dove spiego questo mio articolo.
Un saluto, Jacopo Leone