Caro Mister, eccomi con uno nuovo articolo per MisterCalcio.com, sui disturbi dell’apprendimento tratto dal calcio illustrato.
L’argomento è molto delicato e fa parte della rubrica psicologia dello sport.
A presentarla è il Professor Aldo Grauso Coordinatore Master in Psicologia dello Sport-università degli studi Niccolò Cusano e psicologo dello sport Equipe Medico Sanitaria FIGC LND.
Contenuto
I disturbi dell’apprendimento nelle scuole calcio
Molto spesso nelle scuole calcio si possono incontrare bambini che soffrono dei più noti disturbi dell’apprendimento e non di rado con conseguenze anche nell’acquisizione delle capacità sportive.
Ma vediamo nel dettaglio cosa e quali sono.
Quando si parla di disturbi specifici dell’apprendimento, ci si riferisce a situazioni che riguardano un aspetto specifico dell’apprendimento, (lettura, scrittura, matematica).
Le modalità normali di acquisizione di alcune capacità ben definite sono alterate già nelle fasi iniziali dello sviluppo.
Non sono dovuti ad una mancanza di opportunità di apprendere o a deficit di tipo sensoriale o neurologico, tali da spiegare da soli il processo di apprendimento deficitario.
Non vanno quindi confusi con tutto ciò che rientra nelle diagnosi di ritardo mentale.
I bambini con un disturbo specifico dell’apprendimento manifestano solitamente i loro problemi quando devono apprendere dei contenuti scolastici.
Di solito le prime difficoltà si manifestano all’ingresso della scuola, che però non possono essere definite subito come disturbi, in quanto si deve lasciare il tempo al bambino di consolidare le abilità appena acquisite.
Le persone colpite hanno un quoziente intellettivo normale ma con risultati scolastici inferiori a quelli attesi in base a tale quoziente.
C’è una notevole discrepanza tra le potenzialità e le prestazioni effettive.
Anche nel mondo sportivo vengono rintracciate molto spesso le stesse problematiche, visto che comunque oltre all’esercizio motorio vi sono modalità di insegnamento cognitivo, attraverso metodologie deduttive o induttive.
Per effettuare un gesto, bisogna comprenderlo, da qui in certi casi nasce il problema.
L’importanza degli esercizi coordinativi motori
Nelle scuole calcio, questa difficoltà si evidenzia soprattutto negli esercizi coordinativi motori.
Per esempio sono riferiti alla tecnica di raccolta palla in tutte le sue modalità, tuffo a terra, frequenza nell’appoggio dei piedi e spostamenti, in quanto stimolano la capacità che permette di collegare tra loro delle abilità motorie già acquisite.
La coordinazione oculo-muscolare è quella che maggiormente viene inficiata in questi bambini, per cui si intende la capacità del cervello di riuscire a compiere un movimento regolato da fattori esterni.
Ti sottopongo un esempio.
Quando un ciclista effettua una volata nel tentativo di vincerla, il suo cervello dosa la quantità di forza da impiegare per soddisfare lo sforzo in relazione alla distanza da effettuare.
Molto spesso gli allenatori, non conoscendo a pieno il disturbo in questione, danno a questi bambini un’etichetta sbagliata, ovvero di bambini pigri.
La pigrizia in realtà non è una spiegazione del problema, ne è piuttosto un sintomo.
Probabilmente nessun ragazzo nasce pigro, poiché la necessità di apprendere è insita nella natura umana fin dai primi due anni di vita.
Pertanto la scarsa motivazione ad apprendere deve far ricercare con forza la causa di ciò che sta accadendo.
Se non si sospetta la presenza di un disturbo specifico di apprendimento, non avviene il passo fondamentale di indirizzare la famiglia.
In alcuni casi però, provvedono autonomamente ad un percorso diagnostico per chiarire la situazione.
Necessario conoscere e saper trattare tali disturbi
Nelle scuole calcio “Elite” del Settore Giovanile Scolastico della Figc infatti, ogni società può contare su uno psicologo dello sport che monitora tutti gli allenamenti e si confronta con i genitori e lo staff tecnico.
Naturalmente motivare la famiglia ad intraprendere degli accertamenti specialistici non è sempre un’operazione facile.
Bisogna evitare conclusioni affrettate, (la diagnosi del disturbo è di competenza dello specialista), che possono far temere alla famiglia la stigmatizzazione del problema, con lo spettro dell’handicap.
Negli ultimi anni infatti per tutti coloro che rientrano o meno nella diagnosi di DSA, si parla di BES (ovvero di bambini con bisogni educativi speciali).
Per tutte quelle società che non godono di questo fondamentale supporto specialistico, è utile ricordare che le caratteristiche basilari per diagnosticare uno specifico DSA sono molteplici.
Ti elenco quelle da tenere in considerazione:
- una significativa difficoltà in un’area specifica;
- la difficoltà deve riguardare lo sviluppo della competenza e non la perdita di una abilità precedentemente acquisita;
- non devono essere presenti fattori esterni capaci di fornire una sufficiente motivazione per le difficoltà scolastiche. Ad esempio problemi di personalità, carenza di istruzione in bambini appartenenti a gruppi sociali particolarmente svantaggiati;
- il disturbo non deve essere direttamente dovuto a difetti non corretti della vista e dell’udito;
- non devono esserci anomalie e/o danni al sistema nervoso centrale;
- la difficoltà deve interferire con l’apprendimento scolastico e con l’attività quotidiana;
- il quoziente intellettivo deve essere nella norma.
Nello specifico i disturbi dell’apprendimento tipici sono tre:
- disturbo della scrittura e disortografia;
- dislessia;
- disturbo della matematica.
Disturbo della scrittura, (difficoltà nella produzione scritta di lettere e numeri).
Disortografia, (difficoltà nel rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto).
Dislessia, disturbo della lettura, (difficoltà nella lettura orale).
Disturbo della matematica, discalculia (difficoltà nel calcolo).
Conclusione
Siamo giunti al termine di questo nuovo articolo della rubrica dello sport molto orientato naturalmente alla scuola calcio.
Mister ti saluto, al prossimo appuntamento!
Ciao,
Aldo Grauso.