Ciao a tutti,
Nell’articolo di oggi voglio affrontare un ruolo tanto particolare quanto emozionante: il giovane portiere.
Partirò analizzando i requisiti fondamentali che devono avere i piccoli numeri uno, ponendo l’attenzione sull’importanza dell’attività ludica soprattutto tra i piccoli atleti.
Infine, illustrerò due esercitazioni pratiche che riscuotono sempre molto apprezzamento e divertimento: una sulla tecnica offensiva e la seconda su quella difensiva.
Contenuto
Introduzione
Nel contesto di oggi, i continui e rapidi cambiamenti dei modelli di vita hanno innescato significativi cambiamenti nelle abitudini sportive, con una modifica del luogo dove praticarle.
Le strade, una volta considerate spazi aperti per il gioco e lo sport dei bambini, hanno ceduto il passo a nuovi luoghi, principalmente concentrati nelle scuole calcio.
Per questo motivo, gli istruttori nella scuola calcio si trovano di fronte a una sfida significativa: partire praticamente da zero nello sviluppo delle competenze motorie e sociali dei bambini.
Come scoprire le attitudini da portiere in un bambino?
Nel corso degli anni (ma ancora ora) vengono fatti molti errori nell’attribuire il ruolo del portiere nel settore giovanile:
- Il meno talentuoso in campo
- Chi non ha voglia di correre
- Il ragazzo in soprappeso
Questi errori generano molte frustrazioni nei bambini più piccoli, poiché non hanno la possibilità di scegliere ciò che li fa sentire a proprio agio in quell’ambiente, mettendo a nudo tutte le difficoltà motorie, allontanandoli così da quel contesto.
Alcune volte si ha la fortuna di trovare già ragazzi con scelta autonoma di ricoprire il ruolo del portiere, questo perché il ragazzo ha voglia di differenziarsi dagli altri sia per il colore della maglia e sia per il numero che porta dietro (1) arrivando al campo con la voglia di indossare quei guanti tanto desiderati.
Possiamo dire quindi che i 3 requisiti fondamentali per i piccoli numeri uno:
- Avere propensione al contatto con il terreno;
- Avere determinazione e volontà di giocare;
- Avere coraggio.
L’importanza dell’allenatore dei portieri
L’allenatore dei portieri dovrà sviluppare percorsi che incorporino il gioco come strumento di apprendimento, intervenendo con poche ma precise correzioni e concedendo totale libertà all’istinto.
Questo permette ai giovani portieri di esprimersi, identificando autonomamente le loro attitudini e inclinazioni verso il ruolo, come l’orientamento in porta, la gestione dello spazio, il contatto con il terreno e le eventuali paure legate alla palla e agli avversari.
La seduta di allenamento dovrà essere:
• Divertente;
• Stimolante;
• Coinvolgente.
Come abbiamo detto, il gioco la fa da padrone, ma quando possiamo inserire la gestualità tecnica?
La tecnica rappresenta un aspetto fondamentale per il portiere e dovrebbe essere integrata nella sessione di allenamento come parte centrale attraverso un approccio analitico. Dovrebbe essere collocata dopo alcuni giochi iniziali, con una durata massima di 20 minuti, poiché oltre questo limite i giovani portieri tendono a perdere attenzione.
Esercitazione tecnica offensiva
Si formano due squadre, ogni componente della squadra, munito della palla, a turno dovrà mirare la “piramide” di coni (birilli del bowling) appoggiando la palla con precisione. La distanza tra i giocatori e la piramide di coni può variare da 15 a 20 metri. Prende il punto la squadra che per prima riesce a fare “strike” e quindi a far cadere tutti i coni.
Esercitazione difensiva
Come per altri giochi, anche in questo caso si prende spunto da uno dei più conosciuti giochi popolari, chiamato “ruba bandiera“, o “gioco della bandierina“.
Il mister, perfettamente nel mezzo alle due squadre disposte in linea (come rappresentato sotto), chiama un numero, che corrisponde ad un componente di entrambe le squadre.
Al numero, i portieri chiamati effettuano un tuffo sulla propria palla ferma disposta a circa 1,5 metri (un passo e tuffo) per poi risalire velocemente e correre a prendere la palla tenuta in mano dal mister.
Chi prende per primo la palla, deve correre verso la propria squadra per metterla in salvo e guadagnare 2 punti. Il recupero da parte dell’avversario, che si realizza toccando il fuggitivo, fa guadagnare 1 punto. Ogni 10 punti si invertono le disposizioni delle file (permettendo il tuffo a destra e il tuffo a sinistra ad entrambe le squadre).
Conclusioni
Eccomi giunto alla conclusione di questo mio articolo.
Mi piacerebbe molto avere un confronto con voi (anche nei commenti sotto il post Facebook) per discutere e analizzare l’evoluzione di questo ruolo e la sua importanza in una squadra.
Al prossimo appuntamento.
Ciao,
Raffaele Zazzera.