Asimmetria nel calcio

13 Gennaio 2020

L‘asimmetria nel calcio è l’argomento che tratterò per te oggi.

Il calcio non è uno sport simmetrico ed è quindi importante che gli allenatori dei giovani calciatori siano in possesso di una preparazione adeguata.

Inoltre bisogna avere la consapevolezza che un’attività metodologicamente scorretta, può accentuare le asimmetrie, creando potenziali situazioni di rischio infortuni.

Nella gara degli “sport più completi”, la nostra disciplina potrebbe avere un posto di rilievo, ma troppo spesso lo trasformiamo in uno sport precocemente “specialistico”.

Andiamo per ordine!

Perché il calcio non è uno sport simmetrico

Il calcio deve essere considerato (come la quasi totalità degli sport), uno sport asimmetrico.

In quanto pur coinvolgendo nei movimenti e nella corsa anche i distretti superiori del corpo, l’attività si concentra prevalentemente sugli arti inferiori.

Inoltre troppo spesso sottovalutiamo, da un punto di vista motorio, gli aspetti della lateralizzazione, quindi il lavoro prevalente con l’arto dominante.

Mi è capitato di sentir dire da persone addette ai lavori: “meglio che faccia delle ottime giocate con un piede, piuttosto che male con tutti e due”.

Enfatizzando così inopinatamente il lavoro unilaterale.

Nel nostro sport l’asimmetria si sviluppa quindi su due piani:

  • Piano traverso, per effetto del lavoro concentrato sugli arti inferiori;
  • Piano sagittale, per il naturale, ma sottovalutato, processo di lateralizzazione.

Quali problemi può portare l’asimmetria?

Il lavoro asimmetrico, oltre a problemi di ordine motorio e coordinativo (orientamento, movimento nello spazio), può portare situazioni anche estremamente invasive.

Un esempio è il ginocchio “varo”, caratteristica deformazione degli arti inferiori che nel lungo termine, provocherà patologie anche gravi e più concrete possibilità di infortuni.

Come poter ridurre le asimmetrie che si sviluppano nel nostro sport?

Per ridurre le asimmetrie nella pratica del calcio, a fondamento dell’attività di base, devono valere i principi della multilateralità e della polivalenza.

Principi con i quali intendiamo:

  • scelta di mezzi ed esercizi i più diversi e variati (multilateralità);
  • stimolare gli schemi motori integrandoli con le altre aree della personalità (cognitiva, affettiva, sociale). In questo modo l’applicazione motoria può assumere valenza e validità diversa e non standardizzata (polivalenza).

Nei più piccoli sfruttiamo lo spirito ludico che deve prevalere nelle categorie iniziali per fargli praticare, in tutto o in parte, anche sport diversi.

Per esempio utilizziamo attrezzi come il vortex o giochi come il basket, esercizi coordinativi aspecifici, per esempio:

  • capriola;
  • rotolamento.

Esercizi con la musica: sono un eresia?

No assolutamente, anzi sono utilissimi per lo sviluppo di varie capacità coordinative.

In altre parole “no” alla specializzazione precoce.

Forse potrà farvi vincere qualche partita in più, forse può formare dei bambini che sono dei giocolieri a 9 anni e che ci fa credere di essere dei bravi allenatori.

In realtà impedisce uno sviluppo armonico del corpo (e della mente) del giovane calciatore, tale da limitare le possibilità di sviluppo dell’atleta anche nella tecnica.

Nell’attività giovanile, giovanissimi e allievi, possiamo integrare l’allenamento con sedute di stretching o ginnastica posturale.

Questo si fa per allungare le parti in tensione, in particolare gli adduttori, anche in questa fascia di età resta comunque importante lo sviluppo armonico del corpo.

I mezzi e i metodi che possiamo utilizzare sono vari anche in funzione dell’età e saranno oggetto di approfondimento nei prossimi articoli.

Ma ora mister ti propongo un’esercitazione sulla multilateralità.

Esercitazione sulla multilateralità

Esercitazione per la multilateralità

Descrizione

  1. strisciare sotto gli ostacoli;
  2. lanciare la pallina da tennis al compagno B il quale deve afferrarla;
  3. l’atleta A dopo aver lanciato corre verso B saltando gli ostacoli;
  4. il giocatore B dopo aver afferrato la pallina deve cercare di colpire A che nel frattempo, dopo aver saltato gli ostacoli, deve arrivare nella base di B;
  5. B dopo aver cercato di colpire a va a calciare. (Variante: prima di calciare deve fare una capriola);
  6. l’esercizio deve essere svolto in modo bilaterale, una volta con l’arto dominante, l’altra con l’arto debole, sia per lanciare, sia per afferrare e per calciare.

Varianti:

  • l’esercizio può essere svolto a confronto ovvero con due percorsi paralleli;
  • Il lancio della pallina può essere fatto alla massima forza o di precisione, avvicinando il ricevitore;
  • il ricevitore una volta afferrata la pallina deve colpire il compagno che sta facendo gli ostacoli, (se lo colpisce punti bonus) il quale si mette in salvo dopo aver saltato l’ultimo ostacolo;
  • chi riceve la pallina, anziché afferrarla direttamente con le mani può usare una scatola da usare come un canestro;
  • il goal può essere di precisione o di forza;
  • varianti a vostra fantasia creando una progressione didattica.

Conclusione

Siamo giunti al termine di questo mio nuovo articolo per MisterCalcio.com nel quale ho trattato un argomento molto complesso ma interessante, spero, per tutti.

A presto,

Sergio Franco.

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